
La docente F. D. va in pensione dopo 41 anni e 10 mesi di servizio. Lei ha deciso di congedarsi lasciando un segno profondo, una lettera, commovente indirizzata non a qualcuno di fisico,ma all’ intera istituzione scolastica.
La lettera
Cara scuola ...
Per la prima volta dopo circa quarantadue anni, all’inizio dell’anno scolastico, non ero nell’atrio ad accogliere, con la stessa emozione, i miei allievi. E’ arrivata anche per me l’ora della attesa (ma anche temuta) pensione. Temuta, perché i primi giorni ho vissuto il vuoto non sentivo la routine che mi ha accompagnato per una vita,demonizzando problemi familiari,di salute e quotidianità.Insomma mi sentivo una ” iuvenes” che non invecchiava mai. Per noi insegnanti, sempre a contatto con ragazzi della stessa età, il tempo sembra non scorrere mai: nei miei ricordi sono tutti fermi a 9 – 10 anni.. e invece voi, miei primi allievi, avete ormai più di 50 anni!
Talvolta,penso a come potete essere ora: i percorsi che avete intrapreso, il lavoro che fate, se avete figli e – soprattutto – sapere se siete felici. A me capita talvolta di ricordare anche i miei insegnanti, chissà se a loro è mai capitato di pensarmi…anche il mio è stato un pianeta Scuola differente.
Facendo un calcolo approssimativo, ho insegnato a circa 2000- 3000 studenti; sarebbe una bugia dire che vi ricordo tutti (anche perché la memoria non è mia amica), ma gran parte di voi sì…
Non ricordo solo i più bravi, chi di voi era attento, studioso, partecipe ed impegnato , ma anche e soprattutto i “difficili”,
che avevano e creavano problemi. Ricordo anche con rammarico quelli di voi, che involontariamente ho fatto piangere e quelli che non ci sono più e che ogni tanto ritornano nei miei pensieri con la loro distrazione e spensieratezza ma nella loro superficialità manifestavano una grande gioia di vivere, interrotta troppo presto e ai cui genitori mando un abbraccio forte, semmai per loro io fossi ricordo positivo, vista la vita nefasta.
Di quelli più lontani nel tempo, magari non rammento i nomi, ma i visi mi sono ben definiti in mente, ciò che avete fatto o detto, gli slogan,le battute frequenti e quando dicevate che durante le verifiche ero peggio di un poliziotto.
Non immaginate la tenerezza che provavo nel vedere le vostre teste chine, l’impegno di tutte quelle menti al lavoro… e scoprire in quanti modi vi ingegnavate per riuscire a copiare dal compagno accanto,allungando il collo a giraffa,le vostre cinture con cui trasportavate il libro e il quadernino e i pizzini che volteggiavano che fingevo di non vedere.
Sono tante le cose che avrei voluto fare meglio, ma spero di essere riuscita comunque a trasmettervi qualcosa che va al di là del puro nozionismo: l’amore per lo studio, la curiosità, il valore dell’impegno costante ma anche l’educazione e il rispetto per gli altri. Il compito di noi insegnanti è proprio questo: non solo trasmettere nozioni, ma valorizzare, accendere in voi una scintilla perché diventiate persone migliori. Ora mi manca moltissimo il vostro “spirito giovane” che tanto ha contribuito a mantenermi eternamente “intramontabile”.
Dovrò inventarmi un’altra vita, ma non potrò mai dimenticare quanto di positivo mi avete trasmesso. Certo non sono mancati i momenti di sconforto, il rimpianto per non aver scelto un percorso di studi differente, di non aver continuato a lavorare nell’ artigianato oppure in un lavoro indipendente, ma poi penso che non avrei avuto la possibilità di incontrare tanti uomini e donne in corsa per la vita e se anche solo uno di voi avesse trovato la sua strada nel mondo, grazie a me, il mio lavoro non è stato inutile.
Naturalmente un pensiero va anche ai colleghi, dirigenti, segreterie e personale ATA che hanno fatto parte della mia vita e mi hanno onorata della loro amicizia…ma questo è altro!
Ricordatevi della vostra vecchia insegnante , come io mi ricordo di voi.
Cara scuola, ti chiedo scusa se umilmente faccio un appunto,la mia scuola era quella delle asticine e dell’ abbecedario al muro, quella del ” leggere- scrivere e saper fare di conto”, ma anche di chi annusava il profumo del libro e faceva le ricerche in biblioteca,
c’ era il ruolo rispettoso della figura docente. L ‘ insegnante era la nozione e l’ educatore,l’ insegnamento non era un mestiere ma una vocazione,tu cara nuova scuola voltati ed osserva che la tua antecedente ha fornito grandi figure professionali e fuoriclasse, insomma non tutto, è da cancellare.
Vi abbraccio tutti con affetto,nel ricordo del vecchio ed il rispetto per il nuovo.
F.D

Appuntamento alla prossima settimana!
Felice Antico
Bellissima lettera della quale ne condivido in pieno il contenuto.Mi sono rivista in quei ricordi nostalgici della collega che ha saputo esprimere con tanta passione l’essenza ed il valore del vero insegnamento”Educare e preparare alla vita”
Tanti auguri!
Bellissima lettera e come docente in pensione mi sono emozionata rivivendo il mio lungo percorso da insegnante .
Bella, nostalgica, coinvolgente.
Cara collega, tempo di bilanci? Certo c’è spazio per tanti ricordi e pensieri… Ma è anche tempo per una nuova progettualità, un carpe diem di nuovi o ritrovati interessi che tengano viva la gioia e l’entusiasmo, anche senza i ragazzi, non più ragazzi ormai.
L’inno alla vita ha un nuovo inizio.
Auguri! 🤩👏